Entrare nei mercati esteri: la sfida delle PMI

09/12/2015

Avere un approccio proattivo all’internazionalizzazione rende le imprese più forti, solide e potenzialmente di maggiore successo grazie ad una base clienti più ampia e alla nascita di obiettivi di espansione. In questo scenario anche le PMI possono fare la loro parte soprattutto in Italia dove ci sono tante imprese sane che producono reddito fondando la loro forza sull’internazionalizzazione, segno della vitalità dell’imprenditoria italiana.

Le imprese più strutturate hanno la forza di aprire stabilimenti produttivi e filiali all’estero, ma ci sono PMI con mezzi anche minimi, che si affidano a distributori esteri indipendenti dall’azienda oppure ad agenti diretti, si appoggiano a persone conosciute durante un viaggio. C’è chi lavora sfruttando le potenzialità di Internet e mail, senza però dimenticare il telefono e chi sfrutta al massimo le opportunità offerte dalle fiere internazionali di settore per contattare nuovi clienti.

 

Ogni impresa che vuole entrare sul mercato estero deve chiedersi prima di tutto in quale mercato vuole entrare, con quale strategia e con quale struttura. Le risposte a queste domande insieme ai mezzi che l’impresa ha a disposizione ne determinano la strategia. Me è importante ricordare anche che:

  • Quando si parla di espansione internazionale, dopo aver scelto quale fra vari modi di entrata in un mercato è necessario decidere come consolidare nel medio-lungo termine. Sia che si tratti di un caso semplice di export o di investire all’estero ci sono molte opzioni da considerare.
  • Entrare in un mercato semplicemente per vendere non è lo stesso che entrare per produrre in loco: Ogni impresa è unica, ogni progetto è diverso e ogni paese straniero è un mondo a sé.
  • La decisione di internazionalizzare non è lineare, è un processo lungo e complesso, richiede pianificazione e un elevato grado di flessibilità, l’abilità ad adattarsi e soprattutto, tanta pazienza.

L’internazionalizzazione è grande fonte di opportunità per le PMI, ma anche grandi rischi, ma ragionando in ottica di lungo periodo forse è più rischioso non internazionalizzare.