Il capitale della conoscenza

Da sempre una delle sfide maggiori per le imprese è la capacità di produrre continuamente soluzioni innovative per mantenersi al passo con i tempi e rimanere competitive sul mercato. Nei modelli di organizzazione aziendale tradizionali l’innovazione nasceva prettamente dagli investimenti in R&S di nuovi prodotti, oggi però è necessario avere una visione più ampia che superi questa concezione. Grazie alla nascita dell’economia digitale, molte imprese investono sempre più nel cosiddetto capitale della conoscenza che raccoglie tutto ciò che è intangibile: dati, software, design, nuovi processi organizzativi ecc.

Il capitale della conoscenza (KBC - knowledgebased capital) oggi è divenuto il fondamento del vantaggio competitivo di molte imprese di moda e servizi ad esempio, ma lo potrebbe diventare anche per le imprese manifatturiere.

Il KBC può contribuire in misura importante al processo di crescita in quanto:

  • contribuisce a stimolare la crescita e la produttività.
  • contribuisce a trasformare i fattori determinanti la competitività imprenditoriale: basti pensare al settore automobilistico in cui l’elettronica e il software hanno sempre maggiore importanza.
  • aumenta l’efficacia della riallocazione delle risorse all’interno dell’impresa in quanto permette di utilizzarle in maniera ottimale.

La crescita degli investimenti in KBC rende ancora più importante un'adeguata formulazione delle politiche di gestione del capitale umano, vero fondamento del capitale basato sulla conoscenza.

È necessario che il capitale umano venga visto dall’impresa come risorsa non come mero “costo” grazie alla sua capacità di generare, acquisire ed integrare conoscenze. La capacità di ogni singolo individuo-risorsa di apprendere attraverso la formazione e con l’esperienza concreta è un patrimonio per l’impresa che può aumentare la propria abilità di cambiamento per adeguarsi al mercato ed essere pronta a rispondere alle nuove sfide del futuro.