Outsourcing, le opportunità per le PMI

L’outsourcing o esternalizzazione dei processi produttivi crea all’interno di un compartimento industriale un indotto di imprese di varie dimensioni. Le imprese, soprattutto le PMI spesso ricorrono ad esso soprattutto per quanto riguarda i processi produttivi, più che intellettuali e ciò crea una rete di collaborazione fra imprese che può essere fonte di maggiore efficienza in termini di costi ma anche di creazione di valore e vantaggio competitivo. Ma cos’è l’outsourcing e quali sono i vantaggi e svantaggi che può portare ? L’outsourcing o esternalizzazione è il dare in appalto ad un soggetto esterno determinate funzioni, servizi, o anche interi processi produttivi, liberando in questo modo risorse che si possono concentrare sull’attività principale dell’impresa. Perché un’impresa dovrebbe esternalizzare? I motivi principali sono:

a) liberarsi di alcune funzioni secondarie che però sono essenziali al buon funzionamento del processo produttivo guadagnando maggiore flessibilità.

b) ridurre i costi, in particolare quelli operativi abbassando l’incidenza dei costi fissi, creando economie di scala e altri vantaggi derivati dalla specializzazione del soggetto esterno fornitore di servizi;

c) limitate risorse interne che non permettono di realizzare una struttura adeguata a mantenere la produzione all’interno dell’impresa stessa.

d) maggiore efficienza anche in termini di conoscenza, non solo di costi, in quanto il fornitore esterno esperto può dare grande valore aggiunto al prodotto-servizio senza occupare risorse interne all’impresa.

L’outsourcing ha anche però un’altra faccia della medaglia, vediamo nel dettagli di cosa si tratta:

- richiede un controllo di gestione accurato: l’outsourcing può essere sì un vantaggio, ma genera anche dei costi che è necessario monitorare per far sì che i vantaggi di costo rimangano tali. Prima di decidere se fare outsourcing, soprattutto per i processi produttivi, è necessario valutare se i volumi di fatturato del prodotto in oggetto sono sufficienti a coprire questi costi. In caso contrario occorre verificare se il prodotto in questione è strategico per l’impresa e se vale la pena di mantenere la produzione interna.

- tenere conto di eventuali allungamenti dei tempi di produzione: il terzista è probabile abbia anche altri clienti da servire e a volte possono capitare degli slittamenti di produzione che generano a cascata ritardi nelle consegne e conseguente scontento del cliente finale.

- tenere conto dei costi accessori: fare outsourcing non significa solo inviare la materia al fornitore per essere lavorata, occorre tenere conto di altri costi (trasporto, tempo speso ecc) per mantenere le economie di scala. Significa gestire un processo al di fuori dell'impresa, è importante lavorare a stretto contatto con il fornitore ed essere presenti per ogni necessità o disguido eventuale.

L’outsourcing è una pratica molto utilizzata dalle PMI italiane per fare rete fra loro, generare economie di scala e rimanere competitive sul mercato. È una pratica che va usata con parsimonia e cognizione senza abusarne. Le conseguenze possono essere la perdita dei vantaggi di costo, soprattutto se questi ultimi non sono controllati a dovere; scarsa qualità del prodotto se il fornitore non è supportato a dovere lungo il processo produttivo o non è sufficientemente specializzato. Questo può portate allo scontento del cliente finale.